Testimonianza di Fabio

Ciao, sono Fabio e sono un giocatore compulsivo.

La mia testimonianza spero possa essere compresa nella misura in cui sia utile a qualcuno che, non ancora pienamente consapevole di essere schiavo del gioco d’azzardo, possa rivedersi, rileggersi, e darsi un’ultima chance, perché abbiamo sempre un’ultima chance.

È come se ci trovassimo davanti ad una slot e ci fosse rimasta un’ultima moneta: non buttiamola, usiamola per telefonare al numero del centralino nazionale e riprendiamoci la nostra vita.

Cosa è più deprimente? Ammettere di avere una dipendenza oppure far finta di niente e continuare a distruggere tutto ciò che ci circonda?

Non voglio dilungarmi sulla mia storia perché in G.A. ho imparato a vivere nel presente guardando avanti, ma è doveroso, per capire la portata della mia malattia, che chiarisca chi sono, ovvero un uomo che ora ha 42 anni e sta per compiere il  primo anno di astinenza dal gioco, il primo da quando, all’età di tredici anni, sognai mio nonno, e la domestica di casa alla quale raccontai, mi “sfornò” tre numeri, due dei quali furono estratti. Era il 1980.

Da allora la mia vita è stata sempre contraddistinta dal lusso familiare e dal denaro che veniva sperperato in tutti i modi.

Mio padre era un noto imprenditore che aveva il “ rituale” del totocalcio, e per me, che volevo ripercorrere le sue orme, affascinato dal prestigio e dalla considerazione che lo circondava, il danaro non ha mai avuto il giusto valore, per cui giocare era quasi una logica e naturale conseguenza. Pensavo. Era naturale per me, che avevo evidentemente una malattia latente che non affiorava solo perché avevo più soldi di quanti non riuscissi a sperperare.

I conti li ho fatti quando mio padre è caduto ( ovviamente ) in disgrazia, perdendo tutto, dall’auto, alla barca, agli appartamenti, all’onore ed alla dignità.

Io nel frattempo avevo sfruttato la mia abilità imprenditoriale nella costruzione di un’attività che mi dava buone soddisfazioni economiche, ma che sono stato in grado di far crollare a causa della mia dipendenza, perdendo moglie, familiari e tutto quello che c’era da perdere, a parte la voglia irrefrenabile di giocare ogni euro che mi capitava tra le mani.

Le nefandezze che ho commesso sono state veramente vergognose, dalla truffa, all’appropriazione indebita, al falso, protestando anche la mia ex moglie e mia sorella

(con cambiali con firma falsa) finanche giocarmi i soldi che stavo portando alla mia ex moglie per il mantenimento dei miei due figli, soldi che fra l’altro mi erano stati dati generosamente dalla mia compagna, che poi ha capito che avevo una malattia e mi ha dato il numero di G.A.

Era il 18.04.2008. Erano già circa due settimane che non giocavo, non per mancanza di desiderio, ma per circostanze per cos’ dire “ oggettive”.

Mi rispose una voce dandomi appuntamento per il giorno dopo, alle 17:30, fuori una Chiesa.

Ebbi due desideri, il primo, ovviamente negativo: “ mamma mia, davanti una Chiesa! Che mi tocca sopportare per calmare le acque!!. Subito dopo, però, la data del giorno dopo, quella dell’appuntamento, per intenderci, ovvero il 19.04, mi fece pensare al destino: si proprio al destino, perché il 19 Aprile del 1958, esattamente cinquant’anni prima, i miei genitori si sposarono, ed allora ho visto in quella strana coincidenza qualcosa di più elevato, che veniva da mia mamma che non c’era più, quasi volesse darmi un segnale, ovvero che potevo, col mio recupero, consentirle di festeggiare ancora su questa terra, in una chiesa, quelle nozze d’oro che la vita, prematuramente, le aveva negato.

Allora ho iniziato il mio percorso, che mi ha mostrato che esiste tutto un mondo al di fuori del gioco, fatto di colori, di profumi, di sorrisi, di figli, di persone che mi amano, che stanno al mio fianco e meritano me, la persona meravigliosa che posso essere, e se non lo sono ancora, quella che posso diventare. Esiste Dio, esistono gli Angeli, le altalene, le ruote, la neve, i fogli disegnati e quelli ancora bianchi, mia mamma in cielo e mio padre in una casa di riposo, la mia Cinzia, la mia vicina di casa, il mio lavoro, la mia vita, le mie emozioni, le mie 24 ore, i miei fratelli G.A., il mio domani, il domani di tutti coloro i quali vogliono recuperarsi, ed è a Voi che rivolgo il mio ultimo pensiero: quell’ultimo gettone che avete tra le mani, usatelo nel modo giusto.

Domani, se lo vorrete, sarà una giornata meravigliosa.

Taranto, 13- 04- 2009

Fabio giocatore compulsivo