Mi chiamo Enrico, e sono un giocatore dipendente.
Volevo esprimere la mia gratitudine a GIOCATORI ANONIMI che ha dato “un senso” alla mia vita.
La vita, che cos’era per me la vita?
Io non sapevo cosa volesse dire vivere, conoscevo solo il”sopravvivere”; solo quello avevo imparato essendo purtroppo cresciuto nell’indifferenza da parte dei miei genitori. Non avendo ricevuto una sana dose di amore, di autostima, di fiducia, di equilibrio ecc, avendo purtroppo vissuto in una”famiglia disordinata” ho imparato il disordine e quindi per me il disordine “era la normalità”.
Son diventato un giocatore perché tramite il gioco”mi gratificavo”. Quando vinceva il cavallo su cui avevo puntato, dovevo urlare la mia vittoria ai quattro venti: era questa la mia maniera per dirmi bravo, per soddisfare questo mio bisogno perché nella mia infanzia mio padre non mi aveva insegnato cosa volesse dire questa parola di cinque lettere, “bravo”, non me l’aveva mai detta. Mentre, al contrario,mi aveva fatto conoscere assai bene la parola “incapace”.
Non avendo ricevuto dei sani limiti, non conoscevo confini quindi per me ogni cosa era lecita, ero sempre alla ricerca di qualsiasi cosa ove ci fosse il rischio, la trasgressione, l’eccitazione …. Insomma, ho “giocato” con la mia vita e quella altrui in quanto ero incapace di “volermi bene” (non mi era stato insegnato) e quindi conseguentemente ero incapace di volere bene agli altri; vivevo la mia vita, crescevo fuori ma restavo un bambino dentro, incapace quindi di crescere anzi, se potevo rifiutavo e sfuggivo da ogni responsabilità: era così bello fare il “bimbo piccolo e capriccioso”. Ora son ancora piccolo, infatti son appena 12 anni che non gioco più, e la mia vita ora ha un senso; sto imparando un giorno alla volta, grazie agli insegnamenti del Programma dei 12 Passi la differenza tra il vivere ed il sopravvivere.
Mi sono accettato coi miei pregi ed i miei difetti, mi sono perdonato ed ho perdonato la mia famiglia d’origine per quel “poco che ho ricevuto” perché era purtroppo “il massimo” che potevano darmi. Sono entrate nel mio vocabolario tante belle parole di cui non conoscevo il “vero” significato: amore, stima, amicizia ,rispetto ,fiducia, benessere, responsabilità, perdono, pazienza ,tolleranza, serenità, pace, dialogo, forza, coraggio, consapevolezza, fratellanza, cambiamento,recupero, crescita, e tante altre ancora.
Tutto questo mio cambiamento è stato ed è tutt’ora possibile grazie al fatto di essere ritornato all’età di 37 anni, a scuola. E la mia “scuola di vita” si chiama GIOCATORI ANONIMI, una scuola che ha tantissime “aule” (i Gruppi) in tutt’Italia e che posso frequentare tutti i giorni della settimana, che non ha professori ma solo “alunni”, che non ha “né bocciature né tempi per fare i compiti” anzi, mi lascia tutto il tempo che mi serve e di cui ho bisogno per fare i miei cambiamenti e per continuare a crescere. E come sto cambiando io, chiunque altro penso possa farlo e frequentare questa meravigliosa scuola e questi eccezionali “compagni di banco”, basta aver solo un piccolo ma importante e fondamentale requisito :
IL DESIDERIO DI SMETTERE DI GIOCARE.