Il mio nome è Antonio ed ho 47 anni , giocatore dipendente da circa 25 anni,oggi posso ritenere di poter controllare la mia “malattia” grazie alla conoscenza di G.A.
In 25 anni ho avuto numerosi dissesti economici sempre più traumatici ed irreversibili,centinaia sicuramente di milioni,forse qualche miliardo:tutti spesi per alimentare la compulsione sempre più padrona delle mie azioni,il gioco d’azzardo unica medicina per curare la mia frustrazione mentale.
Sono anni bui,tenebrosi ricchi di ansie,paure e timori;coloriti di inganni,falsità,illeciti e truffe,anni in cui molto spesso ho percorso strade fra l’illegalità e la legalità,fra l’illecito e il lecito:ho tuttora delle controversie giudiziarie e delle storie in materia di banche molto pittoresche.
Mia moglie l’ ho sempre trattata con sufficienza dall’alto della mia arroganza,fatta di orgoglio e presunzione,praticamente tra noi non c’è mai stato un dialogo costruttivo,ormai avevo un mondo tutto mio,dorato e pieno di sogni,ricco di chimere ed attese impossibili.
Mia figlia è nata mai io non l ’ho mai conosciuta,quando l’abbiamo concepita pensavo ai cavalli,le accoppiate ed ai multipli.
Ormai non avevo la forza e l’entusiasmo per condividere un evento felice quale possa essere un matrimonio,un battesimo;le festività natalizie,la pasqua,le vacanze estive:erano per me tutte uguali e piatte.
Fra questo penoso stillicidio in cui anche l’alcool ha fatto la sua parte,perché mi aiutava a disinibirmi,ad essere meno razionale e più impulsivo,giungevo all’epilogo finale:circa 3 anni fa ho abbandonato la mia famiglia in un mare di problemi.Era la cosa più meschina ed aberrante che potessi commettere,il demonio ormai cominciava a gustare la sua vittoria.
Ma a questo punto mia moglie animata sempre da una pur flebile speranza mi porta a conoscenza tramite terze persone dell’esistenza a Napoli di G.A.,colpita da una testimonianza televisiva di un giocatore come me.
Ora G.A. costituisce per me una nuova famiglia dove ciascuno contribuisce a controllare il gioco sull’esempio di vita degli altri,dove ci si impara ad amarsi di nuovo,dove ci si riscopre il gusto e la gioia di vivere,dove si riescono a sradicare dal profondo del nostro io quelle negatività che abbiamo esaltato durante la nostra malattia:l’ira,la superbia,l’egocentrismo,l’impulsività,la falsità,la cattiveria. Ho una famiglia:una moglie amorevole,dolce e comprensiva,ricca di bontà ed umiltà,una figlia adorabile,bella,buona ed intelligente;cosa ci si può aspettare di più dal buon Dio!
Guardando nel mio passato,oggi,non mi resta altro che pensare a quanta illogicità,irrazionalità ed impulsività c’è stata nella mia vita, a tal punto che ricordo vagamente quante volte ho toccato il fondo e quante volte ho avuto la forza e la speranza di ricominciare da capo con rinnovato vigore e certezza di ricostruire la mia personalità.
Antonio Marzo 2003.